Simone Facchinetti, Un bergamasco a New York. Moroni alla Frik Collection, Bergamo, Archivio Bergamasco, 2019, pp. 26. Non in commercio.
Archivio Bergamasco ha celebrato nel 2019 il 40° di fondazione. Tra le iniziative promosse il convegno tenuto nella Sala Ermanno Olmi nei giorni 8 e 9 novembre: Bergamaschi in viaggio tra Cinquecento e Novecento. La scelta del tema è stata in parte ispirata da una felice metafora: la ricerca quarantennale compiuta dal Centro studi su documenti, libri e fonti materiali della storia e della cultura è stata e continua ad essere un meraviglioso viaggio nel tempo, sorprendente e istruttivo. Al convegno sono state presentate relazioni su artisti, letterati, professionisti, religiosi, viaggiatori che per motivi di studio, di lavoro, per necessità o per l’urgenza di realizzare un ideale hanno lasciato testimonianze sui luoghi visitati e sulle esperienze vissute. Sulla scia dei consensi che il convegno ha ricevuti e degli interessi suscitati non poteva esservi dono più conveniente e gradito, come strenna 2019, della relazione e delle immagini di un viaggio originalissimo, quello compiuto nei primi mesi del 2019 da uno dei più celebri pittori della nostra terra, Giovan Battista Moroni, ospite a New York della prestigiosa Frick Collection, dove i moltissimi visitatori che lo hanno incontrato e conosciuto, sorpresi e meravigliati, ne hanno ammirato le straordinarie qualità di grande ritrattista. Archivio Bergamasco è grato al Presidente, al Consiglio, al Direttore della Frick Collection per aver concesso con liberale spirito di condivisione la pubblicazione delle immagini di Moroni a New York
«Il mondo così non va». Viaggio nel beat bergamasco, a cura di Matteo Rabaglio, 2018,
pp. 28.
La Strenna per l’anno 2018 ripercorre il movimento beatbergamasco, attraverso le immagini e i testi di grup-pi musicali e singoli artisti (I Chiodi, Gene Guglielmi, Luciano Ravasio, Gli Squali 66 e Viva la gente!) che sa-bato 17 novembre, presso l’auditorium di Borgo Santa Caterina, nell’ambito della giornata di studi Attorno al Sessan-totto. Alle radici del movimento di protesta degli anni sessanta nel Bergamasco, hanno riproposto le canzoni dell’epoca, contribuendo a rileggere un’importante pagina, e non solo musicale, della storia degli anni sessanta del Novecento a Bergamo. Musiche e parole, oggi, assumono un valore documentario, ripercorrendo le istanze di rinnovamento di una generazione. Nelle sonorità e nei testi si avverte la ‘protesta’ contro affaristi tronfi e frivoli, contro i signori della guerra e contro i perbenisti che deridevano i capelli lunghi e un look scanzonato e informale.
Il 10 settembre 1954, nel centenario della morte, la Biblioteca Civica di Bergamo venne intitolata al cardinale Angelo Mai, paleografo, filologo e bibliotecario di fama mondiale. L’allora cardinal Roncalli venne invitato dal Comitato per le Celebrazioni ad aprire con un discorso commemorativo il Congresso di studi filologici presso il Palazzo della Ragione. Sulla scorta del Diario del futuro pontefice Giovanni XXIII e delle testimonianze fotografiche degli studi Wells e Gentili conservate nelle cartelle dell’Archivio Comunale di Bergamo, il volumetto ripercorre i cerimoniali di quel venerdì 10 settembre; le fotografie accompagnano le note di Roncalli come un racconto per immagini.
La «vera narratione» del disastroso incendio della fiera Bergamo 1591, a cura di Gloria Camesasca, 2016, pp. 86, € 10,00.
Secondo un’antica usanza, attestata già in documenti del X secolo, ogni anno a Bergamo sul cosiddetto Prato di Sant’Alessandro, dove oggi sorge il Centro piacentiniano (Tribunale, Banca d’Italia, Camera di Commercio), si teneva una grande fiera in occasione della festa patronale di sant’Alessandro, il 26 agosto. Molti mercanti e artigiani giungevano in città per vendere le loro merci e si radunava una folla di curiosi e di possibili acquirenti attratti dalla manifestazione. La gestione economica della fiera era affidata dalle pubbliche autorità all’Ospedale Grande di San Marco, che ne traeva buone rendite. Nella notte tra il 24 e il 25 agosto 1591 scoppiò un violento incendio che, iniziato nella bottega dello speziale Tom-maso Orio, in poco tempo si propagò distruggendo le strutture di legno che annualmente venivano allestite per l’esposizione dei prodotti. A soli quattro giorni dall’evento il tipografo ed editore Comino Ventura stampò un opuscolo anonimo, che si configura come una sorta di instant book ante litteram: in esso vengono narrati dettagliatamente gli eventi, i danni subiti dai mercanti, gli episodi di sciacallaggio e i severi provvedimenti delle autorità, oltre a una minuziosa descrizione delle strutture della ‘fiera in legno’.