Atlante letterario del Risorgimento. 1848-1871, a cura di Matilde Dillon Wanke, in collaborazione con Marco Sirtori, presentazione di Matilde Dillon Wanke e Giulio Ferroni, Bergamo, Università degli Studi di Bergamo – Milano, Cisalpino, 2011, 463 pp.
«Non una voce stanca e nostalgica, ma quella di un giovane, allegro e lievemente incantato, dovrebbe raccontare le avventure e gli avvenimenti che hanno portato al risorgimento dell’Italia. La favola bella di un tempo non lontano, quando i protagonisti erano quasi tutti giovani, come i personaggi appassionati e avventurosi di Ariosto e Tasso, delle fiabe di La Fontaine e Perrault o i narratori e attori del Decameron, accomunati da vicende drammatiche e tragiche, ma con il desiderio della vita, della rinascita, della difesa della loro giovinezza». Queste le parole con le quali Lucio Villari apre la premessa al suo Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento (Laterza, 2009). Un incipit denso di phatos e costruito su quattro degli elementi distintivi del Risorgimento italiano: la giovinezza della maggior parte di coloro che vi presero parte; la propensione di questi giovani a vivere con spirito di avventura, per certi versi con una buona dose d’incoscienza, gli avvenimenti di quegli anni turbolenti; l’epicità che connota molti degli episodi del Risorgimento, rendendo l’epopea nazionale italiana nel suo complesso paragonabile a un poema cinquecentesco; infine, la complessità ‘decameroniana’ dei singoli fatti che, nel loro vario intrecciarsi e collegarsi, di questa epopea costituiscono la trama.
Tutte queste caratteristiche si ritrovano, amplificate, nell’Atlante letterario del Risorgimento curato da Matilde Dillon Wanke con la collaborazione di Marco Sirtori. Il volume, edito con l’usuale perizia dalla casa editrice milanese Cisalpino, è il risultato finale di un progetto di ricerca nazionale sulla letteratura del Risorgimento finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e ha visto coinvolte le Università di Genova, di Roma «La Sapienza» e di Bergamo. In particolare, proprio quest’ultima si è posta l’obiettivo di realizzare una pubblicazione nella quale accanto a una sistemazione cronologico/geografica delle vicende più rilevanti del periodo risorgimentale – un atlante, appunto, ma senza alcuna pretesa di esaustività storica e suddiviso in schede intestate ai luoghi dei singoli eventi ordinati lungo i tre periodi principali del processo unitario: 1848-1857, 1859-1861, 1862-1871 – si potesse evidenziare quella «letteratura civile» che su queste vicende è stata composta per narrarle in presa diretta o per riviverle miticamente, ma in alcuni casi criticamente, attraverso il filtro degli anni, e da ciò deriva l’attributo ‘letterario’. L’Atlante nasce dunque da queste premesse e la sua impostazione non ha nulla a che vedere con le metodologie della ricerca storica, sebbene sia proprio l’analisi di un’epoca precisa della storia italiana a costituirne l’oggetto, perché l’aspetto che si vuole privilegiare è quello del «fatto letterario» alla luce del quale la storia è stata letta e interpretata, o anche semplicemente raccontata. Tutto ciò viene reso attraverso l’ampia scelta di documenti appartenenti a tipologie letterarie differenti – dal romanzo al racconto, dal saggio storico alla memorialistica, dalla lirica alle testimonianze epistolari – che ciascuno degli oltre quaranta autori provenienti da università italiane e straniere e incaricati di redigere le schede ha avuto la responsabilità di selezionare per descrivere l’evento affidatogli, libero di «scegliere autonomamente le fonti di pertinenza» (p. XI).
È ovviamente impossibile riportare il lunghissimo indice dell’Atlante, nel quale sono raccolti più di settanta eventi risorgimentali, tre dei quali localizzati a Bergamo. Va però ricordato che il volume è corredato da un ricco Apparato documentario nel quale sono incluse una bella sezione di immagini (quadri, stampe, cartine geografiche e mappe militari, lettere e biglietti); una scheda sul Canto degli Italiani (Fratelli d’Italia) appositamente redatta da Francesco Cento e seguita da una dottissima sezione dedicata alle Composizioni musicali del Risorgimento italiano curata da Marcello Eynard e Paola Palermo; infine, gli indici dei nomi e dei luoghi. È comunque opportuno segnalare come tra le vicende presentate nel volume non vi siano solo fatti militari – dalle rivolte antiaustriache del 1848 alla presa di Porta Pia nel 1870 – o politici verificatisi in conseguenza di decisioni governative e di trattati diplomatici – dalla cessione di Nizza alla Francia nel 1860 a Firenze capitale nel 1864 –, ma anche, e da ciò emerge la particolarità di quest’opera, eventi culturali e civili che a giudizio dei curatori segnarono con forza il tragitto faticoso che tra mille difficoltà condusse alla nuova realtà politica nazionale. Ad esempio, la scheda redatta da Maria Giovanna Sanjust ha come protagonista un Carducci appena venticinquenne che sale in cattedra a Bologna nel novembre del 1860, data d’esordio di un magistero protrattosi sino al 1904 che ne farà il vate della Terza Italia e il cantore dell’epopea risorgimentale: non è quindi un caso se proprio il poeta di Valdicastello è l’autore più citato dell’Atlante; oppure la scheda di Ida De Michelis, nella quale si ricordano le celebrazioni del sesto centenario dantesco a Firenze, in occasione del quale si poté finalmente dare il giusto rilievo non solo al padre della letteratura italiana, ma anche al pensatore politico che tanto ispirò le azioni di molte delle figuri principali del Risorgimento, da Mazzini a Gioberti; e ancora la nascita del Club Alpino Italiano (CAI) nel 1863, la fondazione de «La Stampa» di Torino nel 1867 o, nello stesso anno, l’inaugurazione della galleria Vittorio Emanuele a Milano, e, infine, l’imposizione della tassa sul macinato nel 1869.
Un grandissimo affresco, dunque, quello presentato nell’Atlante. Un quadro che si presenta al lettore denso di scene e di situazioni differenti pur mantenendo ben fisso, come in un dipinto di Pieter Bruegel, il quadro d’insieme. O, per usare invece una metafora musicale dedotta dalla presentazione di Matilde Dillon Wanke e di Giulio Ferroni, «un’originale mappa delle reazioni poetiche e letterarie, emozionali e artistiche, “un concerto di voci” insomma, sugli eventi risorgimentali in una prospettiva che compone un insieme individuale e collettivo». Molteplicità nell’unità, si potrebbe chiosare. Il tutto inserito in uno strumento duttile che, proprio per la struttura con la quale è stato congegnato, può essere letto integralmente dall’inizio alla fine, oppure compulsato partendo dalle schede che più interessano o incuriosiscono, ma da cui inequivocabilmente emerge un unico messaggio: la letteratura, nelle sue diverse forme, ha dato un contributo essenziale al Risorgimento. O, detta in altro modo, c’è stato un momento della nostra storia nazionale nel quale politica, vita civile e creazione artistica hanno marciato una a fianco dell’altra, unite, forse per l’unica volta nella storia d’Italia, nell’intento di esaltare, citando ancora Villari, «Le armi, le parole di un popolo che scopre se stesso dopo secoli di servitù. […] Questo è stato il Risorgimento. E questo resta l’orizzonte storico insormontabile della nostra identità nazionale e del nostro Stato democratico».
Luca Bani