Giorgio Marchesi, La Misericordia Maggiore di Bergamo. Appunti, Roma, Cromografica Roma, 2012, 481 p.
L’autore, ragioniere e, dal 1994 al 1998, commissario dell’odierna Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, in questa pubblicazione considera ed esamina l’andamento economico e finanziario della gestione del Consorzio nei primi decenni del XVII secolo.
La ricerca non si è limitata all’analisi della ricca ed eterogenea documentazione contabile, reperibile nell’Archivio della MIA – conservato presso la Biblioteca Civica ‘Angelo Mai’ e Archivi Storici Comunali – per un arco temporale compreso tra il 1601 e il 1634, inglobando anche gli effetti provocati dall’epidemia della peste e le relative conseguenze economiche e patrimoniali, ma si è estesa al confronto tra le fonti bergamasche e quelle reperite nell’Archivio della Repubblica Veneta conservate a Venezia, redatte dai Sindaci di Terraferma a seguito di un’ispezione cui fu oggetto il Consorzio nel 1635.
Il corposo volume, di ben 481 pagine, si divide in due parti: nella prima (capitoli 1-4) si traccia una dettagliata storia della MIA, in esatto ordine temporale, dalle origini alle vicende più recenti, fino alla trasformazione della Misericordia Maggiore in Fondazione di diritto privato e al capitolo su Astino, mentre nella seconda (capitoli 5-6) si dà conto dell’impostazione contabile, della situazione patrimoniale e della gestione economica dell’Ente tramite l’analisi dei dati contabili annuali fino al 1635, cui segue la trascrizione di numerosi documenti, riportati integralmente o riassunti, e i resoconti della visita ispettiva di Venezia del 1635.
La ricerca di fonti contabili si è spesso inevitabilmente intrecciata con quella più prettamente storico-artistica, soprattutto per la parte riguardante le vere motivazioni che hanno spinto il Consorzio alla demolizione del battistero trecentesco posizionato, fino ai primi decenni del Seicento, nella navata centrale della basilica di Santa Maria Maggiore.
Marcello Eynard